La ricostruzione è stata realizzata seguendo lo script originale scritto dallo stesso Welles, anch’esso recentemente riscoperto presso il “fondo Welles” di Oja Kodar all’Università del Michigan, attingendo inoltre ai preziosi appunti ritrovati del Maestro Angelo Francesco Lavagnino, che ne compose la colonna sonora. Alcuni frammenti rimangono ancora mancanti e probabilmente perduti per sempre, in particolare il finale del film, che probabilmente Welles stesso non girò.
Il film ricostruito si offre come un documento di eccezionale importanza per la storia del cinema e per comprendere il genio multiforme di Welles. Ne Il mercante di Venezia si può apprezzare infatti tutto il suo talento creativo, che, oltre alle classiche inquadrature con angolazioni ardite, l’uso della profondità e i campi / contro campi estremamente ritmati, più che mai si manifesta nei mille artifici e invenzioni per risolvere i vari e usuali problemi produttivi.
Già nel 1960 Orson Welles dichiarava: “Il ruolo che davvero sogno di interpretare è l’ebreo di Shakespeare. Io sono cristiano (non che la cosa importi), ma ho sempre sentito una certa affinità verso Shylock e vorrei raccontare questo mio sentimento al pubblico”.
Nel 1982 Welles affermò che il negativo fosse stato rubato in circostanze misteriose, mentre altre fonti riportano che un rullo del sonoro andò perso dopo una proiezione privata di anteprima a Roma. Di fatto, del film sono sopravvissuti solo dei frammenti, negli archivi di Cinemazero (presso La cineteca del Friuli), della Cinématheèque Française, del Filmmuseum München e della Cineteca di Bologna. Esistendo solo alcune parti dell’audio, nessuno è a conoscenza di come Welles volesse finire il film, ed è dunque sempre risultato impossibile ricostruire il film nella sua forma completa.
Il ritrovamento di Cinemazero ha del sensazionale perché riguarda più di metà di una copia lavoro montata e di buona parte della colonna sonora già mixata. Grazie al ritrovamento recente anche della sceneggiatura originale e alle note del compositore Maestro Angelo Francesco Lavagnino, oggi, per la prima volta, la ricostruzione del film realizzata da Cinemazero e Filmmuseum München può essere presentata al pubblico, in una forma dove le lacune sonore sono compensate da intertitoli e registrazioni wellesiane d’epoca. Il pubblico può così gioire nello scoprire per la prima volta una delle più importanti performance di Orson Welles ambientata in meravigliose scene veneziane, e ascoltare una delle migliori colonne sonore di Lavagnino, compositore che lavorò con Welles anche per le musiche di Othello e Falstaff.
Il film verrà proiettato il 1 settembre in Sala Darsena al Lido di Venezia, seguito dalla proiezione della versione italiana di un altro film di Welles, Otello.