Netflix: i film da non perdere (Vol.13)

once

Eccoci (anche se con leggero ritardo 🙂 ) con il consueto appuntamento con i film da non perdere su Netflix. Prima della classifica, è doveroso segnalarvi (sempre con la tempestività di un bradipo di Zootropolis) che è finalmente arrivato il “download” sulle applicazioni mobili (tablet e smartphone).  Per ora i pc e le applicazioni sulle console dovranno aspettare, tuttavia è una rivoluzione che il colosso dello streaming abbia (giustamente) ceduto a questa piccola richiesta viste le loro politiche irremovibili e la loro visione sul futuro dell’audiovisivo. I problemi di connessione di moltissimi paesi, tra cui la povera e dimenticata Italia, erano palesi, e questo compromesso può certamente ovviare a questi ostacoli tipici del digital divide, che impediscono ad alcuni utenti di usufruire dei contenuti multimediali.

Detto ciò, ecco la nostra top 5:

– Once (****)

Once è un piccolo grande film. Lo avrete sentito molte volte questo termine, ma questa è la verità. Un film così va visto e rivisto in loop come le musiche al suo interno, che non a caso si sono aggiudicati l’Oscar come miglior canzone per “Falling Slowly”. La pellicola di John Carney è un ottimo ibrido capace di raccontare una storia di finzione con un taglio tipicamente documentaristico. Un musicista irlandese con il sogno di portare la propria musica va incontro a molti problemi. Il primo di tutti, i soldi per registrare l’album, visto che con il denaro del suo lavoro di tecnico di elettrodomestici non poteva andare lontano,  ma con l’aiuto della sua amica che questo piccolo sogno diventa tangibile. Si sente, si può toccare, perché loro ci credono, e ci crediamo anche noi.

– Puncture (*** 1/2)

La storia di Puncture ha dell’incredibile. Una giovane infermiera, nel pieno di un’emergenza, viene punta da un ago infetto. La donna sfortunatamente scopre di avere l’HIV, e riceve dall’azienda ospedaliera un indennizzo per l’incidente avvenuto sul lavoro. Fino a qui sembrerebbe filare liscio, nonostante si tratti di una tragedia che ha investito letteralmente la vita della ragazza. Il problema è che un ingegnere ha trovato il modo di impedire casi come questi, inventando una siringa capace di contrarsi al momento opportuno, bloccando ogni tentativo di infezione, ma pochissimi ospedali hanno deciso di  metterli in dotazione per gli addetti al lavoro.  Con l’entrata in scena di due avvocati alle prime armi, ben presto scopriranno come sia in gioco ben più delle vite umane, ma l’intera assistenza sanitaria e le aziende farmaceutiche americane.

– Divines (****)

Dounia vive in uno dei quartieri più desolati e inquietanti di Parigi, nel mezzo di una baraccopoli e non lontano da una delle banlieue dove lo spaccio di droga rappresenta lo sfondo attorno il quale si svolge la vita ordinaria dei suoi abitanti. La parola che spesso viene menzionata è “money”, forse la vera e propria sostanza che ti garantisce quel sollievo e la capacità di andare avanti, senza voltarti indietro e scoprire come la condizione sociale sia lontana dall’immagine che i protagonisti descrivono. Divines è un ritratto sincero di come la società si sia trasformata, completamente apatica di fronte alla tragedia e alle difficoltà che molti individui stanno, purtroppo, affrontando. (la recensione)

– Hell or High Water (**** )

Una rapina in banca, un inseguimento senza fine. No, non è un western, è Hell of High Water, il film di  David Mackenzie presentato nella sezione “Un Certain Reguard” al recente festival di Cannes. La pellicola ruota attorno a due fratelli alle prese con un’ingiustizia che proviene dal mondo bancario, che vuole in qualche modo privare alla loro famiglia del ranch appartenente al padre. Il film, con uno stile vicino ai grandi classici ambientati nel Grand Canyon, si sposta con i suoi protagonisti come se stesse in groppa a un cavallo di razza, che in maniera distaccata e dinamica osserva i loro movimenti e le loro espressioni, grazie all’utilizzo di soggettive, campi lunghi e primi piani ben bilanciati dall’uso del montaggio. (la recensione)

– 7 Años (***)

Il film brasiliano ha la struttura che il pubblico italiano ha già visto. Unica ambientazione, l’unico elemento dinamico è l’insieme dei personaggi che interagiscono senza esclusioni di colpi. Perfetti sconosciuti? No, in realtà è 7 Años, un thriller con protagonisti dei componenti di un’azienda che si trova attorno a un bivio. Chi è disposto a sacrificare il suo posto, la propria libertà, i segreti in nome dell’impresa? Chi dei presenti  vuole pagare gli errori di tutto il gruppo (tra questi, l’evasione fiscale), e di conseguenza buttare via la chiave per 7 lunghi anni di galera? i personaggi hanno poco tempo, dopo la scoperta che la finanza sta indagando sui conti non tanto irregolari e sulle incongruenze del fatturato degli ultimi anni. Un film assolutamente pieno di tensione e consigliabile a chi ama questo tipo di lungometraggi pieni con colpi di scena e di rilevazioni da parte dei suoi componenti.

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Blackgrrrl ha detto:

    che bello Once! è tantissimo che non lo vedo

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    1. Riccardo Lo Re ha detto:

      Meraviglioso. Le canzoni sono fantastiche. Purtroppo mi sono perso l’ultimo suo film che è Sing Street. Peccato

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      1. Blackgrrrl ha detto:

        pure io! da me non è uscito, lo recupererò piu in là

        Piace a 1 persona

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