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Recensione: Spotlight

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Genere: Thriller

Regia: Thomas McCarthy

Cast: Michael Keaton, Rachel McAdams, Mark Ruffalo, Stanley Tucci, Liev Schreiber

Durata: 123 min.

Distribuzione: BIM Distruzione

 

Il Boston Globe è uno dei giornali più influenti della città, capace di mischiare al punto giusto attualità con articoli di forte approfondimento politico-sociale. Con l’arrivo del nuovo direttore Marty Baron, il quotidiano vuole riproporre un giornalismo impegnato e indipendente, proponendo articoli dalle tematiche complesse e dal contenuto piuttosto scomodo per alcune istituzioni. Spotlight è la redazione del “Globe” che si occupa delle inchieste giornalistiche della città, e l’occasione di rilancio si presenta quando giunge nelle loro mani la notizia di pedofilia da parte di un sacerdote del posto, accusato di aver abusato dei bambini che frequentavano quella chiesa. Da qui parte una lunga rincorsa per ottenere le prove necessarie a incastrare i carnefici di questo terribile delitto.

Uno dei tabù più ferrei della nostra cultura. Non appena si cerca di trattare con spirito critico questo tipo di casi, la sensazione è che l’omertà prenda assolutamente il sopravvento, evitando di entrare nel dettaglio della vicenda e di indicare una minima soluzione al problema. Spotlight non ha l’obiettivo di entrare nel dettaglio sulle gravità che alcuni sacerdoti hanno commesso nei confronti di alcuni giovani (per questo si consiglia la visione di “Mea Maxima Culpa” di Alex Gibney), ma di rappresentare le dinamiche nella stesura di un’inchiesta all’interno di un quotidiano, e le difficoltà che i giornalisti hanno dovuto affrontare nel cercare la verità, a tal punto da andare contro a una istituzione ormai consolidata come la Chiesa cattolica. Questa storia è emersa nei primi anni duemila, sottolineando come alcuni elementi sembrano non essere mai cambiati, nonostante l’evoluzione della società nel tempo. La complicità della Chiesa segnala come il potere logora quello che dovrebbe essere la vera natura della religione, che ha come obiettivo quello di guidare i fedeli verso la giusta strada e di difederli dalle ingiustizie. L’impressione è che questa strada è stata persa da molto tempo, ma la cosa che più sorprende è la mancanza di una forte reazione da parte dei fedeli, i quali vengono completamente assoggettati dal sacerdote in quanto guida spirituale. Ed è proprio qui che entra in gioco il giornalismo di inchiesta, che con distacco e imparzialità riesce a mostrare le criticità e i difetti di un sistema corrotto sin dal nucleo. In conclusione, Spotlight rappresenta un ottimo film di denuncia, sostenuto da interpretazioni davvero all’altezza, come la recitazione di un ottimo Mark Ruffalo e Micheal Keaton.

Voto: 4 su 5

Il trailer

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