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Recensione: Creed 2

C2_01907_R2 (l-r.) Jacob 'Stitch' Duran as Stitch-Cutman, Sylvester Stallone as Rocky Balboa, Michael B. Jordan as Adonis Creed and Wood Harris as Tony 'Little Duke' Burton in CREED II, a Metro Goldwyn Mayer Pictures and Warner Bros. Pictures film. Credit: Barry Wetcher / Metro Goldwyn Mayer Pictures / Warner Bros. Pictures © 2018 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. and Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

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Genere: Azione

Regia: Steven Caple Jr.

Cast: Michael B. Jordan, Sylvester Stallone, Tessa Thompson, Wood Harris, Russell Hornsby, Florian Munteanu, Dolph Lundgren

Durata: 129 minuti

Distribuzione: Warner Bros.

Eccomi. Chiedo di nuovo scusa per aver praticamente trascurato il blog. Le ragioni sono molte, ma ora rimedierò con la prima recensione di questo 2019 ormai al suo primo giro di boa. Le recensioni avranno però una diversa impostazione. Anziché partire dal generale come la trama, vorrei da qui in avanti partire con una scena particolare capace di riassumere l’intero film. Ho deciso di chiamare questa rubrica con il nome di Bullet-Time, che è la tecnica usata per rallentare una sequenza cinematografica. Mi auguro che funzioni. Buona lettura

Una lunga tavolata come quelle dei pranzi natalizi. Il calore però è quello da resa dei conti. Davanti ai due personaggi di Creed 2, Ivan e Viktor Drago, ci sono quelle persone che hanno deluso, per vari ragioni come la politica (all’epoca di Rocky IV c’era la guerra fredda). Ma c’è soprattuto l’onore che è andato perduto, e Ivan lo sente anche davanti a quel tavolo. Cadere a terra davanti al suo popolo, per giunta contro un americano, è qualcosa che non gli è mai andato giù. Ma ora, con suo figlio, le cose posso andare diversamente, e non ha paura di dirlo al suo avversario di una vita, in casa propria, nel suo ristorante. “Vi spiezzerò in due”. Tornando a quella tavolata, i Drago sono pronti a riprendersi ciò che li appartiene, che non è solo il rispetto verso coloro che li hanno disprezzati ed emarginati, ma va molto più in profondità. La rabbia di Ivan viene trasferita in Viktor sotto forma di un odio cieco verso chi Adonis rappresenta, essendo (per lui) la vera causa dei suoi mali e del dolore del padre.

C’è però una scena molto importante del film che avviene subito dopo. Viktor, vedendo la male, non ci sta a vedere entrambi succubi di una situazione che è praticamente la stessa di anni fa, chiedendo a Ivan di andare via. Il regista Steven Caple Jr. decide quindi di appoggiare la storia su un aspetto che va oltre l’ideologia. Il muro è caduto, ma in piedi c’è quel briciolo di orgoglio che porterà il giovane Viktor a entrare sul ring e a sfidare Creed. Anche lui viene spinto dallo stesso sentimento di Drago. Ci si chiede il motivo, avendo agguantato la meritata cintura del campione. In verità anche lui è ferito, perché riemerge il passato del padre, scomparso proprio dentro il ring nel match contro Ivan Drago.

Creed 2 riesce dunque a mettere entrambi sullo stesso piano, in uno scontro finale che è più dettato dall’istinto che dalla mente (che ovviamente non manca in una serata di boxe). Un passo sicuramente in avanti del film che non rinuncia a quel sano intrattenimento che i fan ovviamente aspettano da una saga come questa.

Voto: 3 su 5

 

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