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Recensione: Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

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Genere: Commedia drammatica / avventura

Regia: Felix Herngren

Cast: Robert Gustafsson, Iwar Wiklander, David Wiberg, Mia Skäringer.

Durata: 105 minuti

Paese: Svezia

Distribuzione: Eagle Pictures

All’alba della sua centesima primavera, Allan Karlsson, disinteressato nel modo più assoluto dell’importante evento, decide di dare un taglio alle sue uggiose giornate passate al ricovero per anziani uscendo dalla finestra della sua stanza. Questo è l’incipit della trasposizione cinematografica del libro (successo di vendite) di Jonas Jonasson, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”.
Lo spettatore è, da subito, gettato a capo fitto in un mondo fatto di personaggi strambi, di accadimenti assurdi, raccontati con un ritmo stralunato e, a tratti, grottesco.
La fuga è un pretesto per rivelare le mille vicende di Allan che, in un secolo di vita, ha assistito agli avvenimenti più importanti del XXI secolo, dalla messa a punto della bomba nucleare alla caduta del Muro. Continui flashback che disvelavano questo e quel dettaglio storico, dall’amicizia col dittatore Franco al doppio gioco della guerra fredda vissuta da spia, mentre il vecchio Allan aveva a che fare con una gang di motociclisti squinternati, con un bagaglio pieno di banconote, con un elefante provvidenzialmente liberato dal circo Zuperbo e tanta dinamite; dinamite che è stata il filo conduttore della sua vita, dagli esperimenti fatti da ragazzino fino al progetto Manhattan con una dose esplosiva di ironia e comicità che descrive l’iniziale cifra stilistica della pellicola. Una commedia ben orchestrata, che non scade nel becero, ma che punta forse troppo sul suo protagonista Robert Gustafsson, attore cinquantenne apprezzato in patria, invecchiato ad hoc per la narrazione “presente” della storia. I vari personaggi che si rapportano con Allan, da Julius (il vecchietto che diventa, suo malgrado, compagno di avventure del protagonista) a Benny (studente universitario decisamente fuori corso), passando per Gunilla (donna un tempo fidanzata con un componente della gang dei motociclisti) sono un po’ didascalici, mancano di mordente e di approfondimento parendo, di tanto in tanto, delle semplici macchiette ad uso e consumo della storia che Herngren ha voluto adattare per il cinema. Ad ogni modo, come anticipato pocanzi, le situazioni paradossali, le gag e le risate non mancano, con un’altra concentrazione di sapido sarcasmo su alcuni accadimenti dell’ultimo secolo raccontati dall’occhio (soltanto apparentemente) ingenuo di Allan. Un simil-Forrest Gump in salsa svedese che vede scemare l’effetto comico alla distanza, risultando, a tratti, un po’ fiacco ed eccedendo qualche volta di troppo in trovate boccaccesche ed una vena di auto-compiacimento. Una pellicola adeguata per passare una tranquilla serata al cinema, ma che non resterà negli annali.

Voto: 3 su 5

Il trailer del film:

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