Regia: Cédric Jimenez
Cast: Jean Dujardin, Gilles Lellouche, Celine Sallette, Benoît Magimel.
Durata: 135 minuti
Distribuzione: Medusa film
La Frech, un’organizzazione criminale che allunga i suoi tentacoli sul traffico di droga, da Marsiglia ad oltre oceano, si muove e ottiene ingenti profitti, senza che la giustizia possa fermare la sua marcia inarrestabile. L’equazione funzione fino a quando sulla strada del boss Zampa non si frappone l’incorruttibile e inossidabile giudice Pierre Michel. Il cineasta Jimenez, alla seconda esperienza dietro la macchina da presa, rispolvera il genere polar (crasi dei generi poliziesco e noir) ricreando una Marsiglia bruciata dal sole, teatro di quotidiani scontri tra polizia e villain. “French connection” non ha nulla a che fare con il caposaldo della storia del cinema che porta la firma di William Friedkin (e distribuito in Italia come “Il braccio violento della legge) con cui condivide soltanto il titolo. Jimenez lo fagocita, lo impasta e ne fa un prodotto nuovo, personale, ispirandosi ai fatti accaduti dalle parti del sud della Francia, servendosi di un cast di livello, puntando sulla coppia Lellouche-Dujardin (dopo il poco entusiasmante “Gli infedeli” del 2012). La storia è quella classica, “guardie e ladri”, con una contrapposizione incessante tra i buoni, il giudice Michel (Dujardin) ed i suoi uomini ed il boss che semina violenza e risentimento (Lellouche), ma Jimenez non ne fa un prodotto di maniera; la ricostruzione dell’epoca è decisamente convincente, con basettoni, pantaloni a zampa, interni vintage, musiche giuste, scenografie calate perfettamente a cavallo tra i ’70 e gli ’80 ed una fotografia in linea con lo cifra stilistica del film.
Voto: 3,5 su 5
Il trailer: