Recensione: La foresta dei sogni

laforestadeisogniGenere: Drammatico

Regia: Gus Van Sant

Cast: Matthew McConaughey, Naomi Watts, Jordan Gavaris, Ken Watanabe, Katie Aselton

Durata: 110 min.

Distribuzione: Lucky Red

 

 

 

Il film di Gus Van Sant parte da una immagine particolarmente suggestiva. Non servono espedienti per capire già subito dove la storia prenderà piede. L’inquadratura dall’alto ci indica chi sarà la vera protagonista. La foresta dei sogni è il luogo dove tipicamente la gente decide di lasciarsi alle spalle la loro vita e ad avvicinarsi alla morte, e sarà il posto dove Arthur Brennan deciderà di commettere l’atto  proibito, che concluderà la sua esistenza sul mondo. Dagli States si dirige verso il Sol Levante, per la precisione nel territorio nel quale la punta ghiacciata del monte Fuji risplende dall’alto della sua altezza. Ma lì incontrerà un uomo completamente ferito che va alla ricerca di una uscita da quel bosco infernale, dove chi entra sembra non poter più tornare indietro.

THE SEA OF TREES

Gus Van Sant torna al cinema con un film lontano dai suoi precedenti lavori. Se fosse stato un esordiente si potrebbe di certo elogiare la tecnicità di questa pellicola, affermando la qualità della regia e della fotografia nel descrivere un luogo immaginifico e allo stesso tempo spettrale. Tuttavia stiamo parlando di Gus Van Sant, un regista che ci ha regalato perle come Paranoid Park, Milk, Will Hunting ed Elephant. Dunque la prima cosa che si nota è una completa mancanza di originalità e di costanza per tutto il racconto. Se l’input è certamente dignitoso, anche se il tema della morte e il rapporto tra le debolezze dell’uomo e il giudizio della natura su di lui sono state spesso oggetto di moltissimi altri film, qui quello che manca è l’elemento trascinante di tutta la storia. Manca l’aspetto emotivo, manca l’approfondimento dei protagonisti, i quali vengono raccontati solo attraverso alcuni flashback dove i drammi familiari prendono il sopravvento rispetto alle tematiche trattate. Gli attori, in particolare Matthew McConaughey (non all’altezza purtroppo in questo racconto), non sono riusciti a rompere lo schermo e ad accorciare la distanza tra lo spettatore e la scena, fallendo quello che altri film di Van Sant erano riusciti a raggiungere come nel caso della “Trilogia della morte”. E, non per ultimo, la sceneggiatura non sembra dare giustizia alle scelte estetiche, che rimangono l’unica nota intonata di tutto il complesso che sembra non aver avuto un attento direttore d’orchestra. Si rimane passivi, a volte annoiati da uno spettacolo acceso solo da qualche colpo di scena discutibili nel giudizio complessivo della storia. A volte capita di sbagliare. Anche ai più grandi. Purtroppo.

Voto: 2,5 su 5

Il trailer

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