“I film e les Femmes di Agnès Varda”, la rassegna dedicata alla regista francese in Friuli

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Una panoramica sull’eccezionale percorso artistico di un mito del cinema francese, ingiustamente poco conosciuto in Italia. Questo è “I film e les Femmes di Agnès Varda”, il progetto di Cinemazero – organizzato in collaborazione con il Centro Espressioni Cinematografiche e La Cappella Underground – che si apre giovedì 12 maggio alle 20.45 proprio a Pordenone con “Clèo de 5 à 7” e che grazie alla collaborazione con le più importanti piazze cinematografiche della regione arriverà anche a Trieste (Cinema Ariston, 16 maggio ore 20.30) e Udine (Visionario, 18 maggio ore 20.30). I curatori Lydia De Martin e Walter Dal Cin hanno selezionato i titoli che comporranno l’indagine sullo sguardo di questa regista unica, ed introdurranno la rassegna con un intervento dal titolo “Lo sguardo femminilista di Agnés Varda, una regista donna”.

“Abbiamo voluto selezionare 6 tra i più rappresentativi film di Agnes Varda, alcuni inediti per l’Italia e sottotitolati per l’occasione, per portare in regione lo sguardo della regista più indipendente del cinema francese, che compirà 88 anni a fine mese (30 maggio), e che l’anno scorso è stata omaggiata a Cannes con la Palma d’Oro d’onore alla Carriera (dopo il Pardo d’Oro alla Carriera di due anni fa). Amica di Godard e Alain Resnais, madrina della Nouvelle Vague, la Varda incarna come pochi il cinema d’autore: i suoi film, nessuno uguale all’altro, danzano gioiosamente oltre le tradizionali categorie di poesia e prosa, saggistica e narrativa, cinema e fotografia” sottolineano i curatori.

jane b agnes v

“Non mi sono mai posta la domanda se sono legittimata a fare ciò che sto facendo. Non ho alcuna laurea, solo il diploma di liceo. Ho seguito all’università, come libero uditore, dei corsi di Gaston Bachelard ed ho assistito all’ultima conferenza di Antonin Artaud. Ho imparato disordinatamente attraverso la griglia dello sguardo dei surrealisti e degli astrattisti, dei “rischia-tutto” come Picasso, Magritte e Prevért. Dopo la guerra, alla fine degli anni ‘40, la poesia e l’arte erano molto importanti, lo erano per tutti. Non ci si domanda se si ha il diritto di creare. Da quando ho fatto le prime riprese del mio primo film, mi sono sentita cineasta. Ecco ciò che profondamente credo: dal momento in cui si scrive poesia, si è poeti”.

La sua originalità sta nell’aver sempre cercato di proporre punti di vista dichiaratamente personali, autoriali e non ideologici, caratterizzati da una costante curiosità verso nuove possibilità linguistiche e da un approccio anticonformista, a volte spiazzante, verso le vicende trattate. Il suo cinema ha spesso avuto la donna, il mondo visto da una donna, al centro delle sue rappresentazioni e delle sue riflessioni, ed è per il modo con cui sa approcciarsi e raccontare l’universo femminile che la piazza pordenonese vede anche la collaborazione con la Carta di Pordenone. Dotate di un’inequivocabile personalità, le femmes d’Agnès esibiscono la loro natura senza mascherarla, la affermano sia con gesti intimi che con dichiarazioni manifeste.

Cléo è la prima “eroina” della Varda che rompe con le convenzioni e che, dal “dovere”, passa al “volere”. “Cléo” è una marcia femminista, è il ritratto di una donna che si definiva dallo sguardo altrui, ma che, dal momento in cui comincia a guardare, cambia, si evolve.

In “Le Bonheur” (Cinemazero: 19 maggio ore 20.45; Cinema Ariston: 19 maggio ore 21.00; Visionario: 25 maggio ore 20.30) un film costituito da un’ampia tavolozza di colori, Varda pone due donne, Emilie e Thérèse, in due diverse stagioni della vita di Francois. Lui le ama entrambe e dà voce alla possibile estensione degli affetti. Pomme e Suzanne, di “L’une chante et l’autre pas” (Cinema Ariston: 23 maggio alle 21.00; Cinemazero: 26 maggio alle 20.45; Visionario: 1 giugno ore 20.30), attraversano il mondo partecipando alla sua trasformazione: vivendo un inesauribile scambio di sguardi e di vedute, immaginando nuovi legami da proporre ai loro uomini. Émilie, in “Documenteur” (Cinema Ariston: 26 maggio alle 21.00; Cinemazero: 2 giugno alle 20.45; Visionario: 8 giugno ore 20.30), è una donna in attesa, che guarda il mondo a lei divenuto estraneo. Esiliata, tenta attraverso i gesti e gli accadimenti, di ritrovarsi e di ridarsi un posto. Al contrario, Monà, la protagonista di “Sans toit ni loi” (Cinema Ariston: 6 giugno alle 20.30; Cinemazero: 9 giugno alle 20.45; Visionario: 15 giugno ore 20.30), abbandona il mondo della definizione, del lavoro e delle relazioni sicure. Le persone che incontra tentano di darle un contenitore e un contenuto, ma la sua estraneità la porta in mondo desolato, sempre più lontano dalla possibilità di un dialogo. “Jane B. e Agnès V.” (Cinema Ariston: 9 giugno alle 21.00; Cinemazero: 16 giugno alle 20.45; Visionario: 22 giugno alle 20.30) sono Jane Birkin, attrice, musa e amica di una vita, e ovviamente la regista, l’una di fronte all’altra, si studiano e si provano. La regista invita l’attrice a protendersi, con ruoli inusuali, verso territori a lei sconosciuti, approfittando delle sue avventure per puntualizzare la sua visione dell’arte, dell’amore, dell’amicizia.

Dotate di un’inequivocabile personalità, le femmes d’Agnés esibiscono la loro natura senza mascherarla, la affermano sia con gesti intimi che con dichiarazioni manifeste. Per loro, la Varda non inventa mondi, guarda i mondi possibili che la abitano e ci trasporta in essi attraverso la forza della sua scrittura, del suo metodo. Ogni film, proprio per questo, è permeato da un elemento dominante trattato e analizzato in modo specifico, per poter manifestare la propria verità. Per questo il suo cinema ed il suo punto di vista sono ancora oggi così necessari.

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