Recensione: Monuments men

monumentsmen-firstposter-fullGenere: drammatico

Regia: George Clooney

Cast: George Clooney, Matt Damon, John Goodman, Cate Blanchett, Bill Murray, Jean Dujardin, Bob Balaban

Durata: 118 minuti

Distribuzione: 20th Century Fox

Che fosse un Rembrandt od un Van Gogh non faceva differenza. L’anelito di onnipotenza del Führer aveva immaginato un museo di proporzioni bibliche, che potesse accogliere i grandi capolavori della storia dell’arte, nella città che lo vide crescere, Linz, in Austria. Un saccheggio continuo ed indiscriminato, perpetrato durante il secondo conflitto mondiale, nel silenzio delle popolazioni sottomesse e nel fragore dei colpi di cannone. Una pagina di storia poco conosciuta che il celebre attore, produttore e regista George Clooney ha voluto adattare per il grande schermo.
Arrivato al suo quinto lavoro, dopo l’apprezzabile “Le idi di marzo” (2011), porta sul set un cast importante, da Matt Damon e Bill Murray, da Jean Dujardin e Cate Blanchett.
La leggendaria lotta degli uomini di Roosevelt contro le razzie artistiche del Terzo Reich era sicuramente una pagina importante da raccontare al Cinema, con le sue numerose sfaccettature: l’inadeguatezza di esperti d’arte in un’arte a loro poco famigliare, quella della guerra, le innumerevoli vicissitudini organizzative nel lavoro sul campo, la recalcitranza dei comandanti in capo verso una simile missione, il ruolo ancillare dell’obiettivo assegnato da Roosevelt. Clooney però indica con forza l’importanza di una simile spedizione (“Puoi sterminare un’intera generazione […] ma troveranno la via del ritorno, ma se distruggi la loro storia, la loro cultura è come se non fossero mai esistiti”) mostrandoci le perdite che tale compito ha comportato e le conseguenze delle azioni di guerra, non soltanto di parte avversa (l’Abbazia di Montecassino fu distrutta dai bombardamenti degli Alleati e non dai tedeschi).
Dopo lavori sicuramente più convincenti, Clooney si fa prendere la mano da una storia sicuramente accattivante sulla carta, ma che trasposta in pellicola perde probabilmente del suo potenziale mordente, risultando a tratti un po’ didascalico e semplicistico. L’attenzione, posta giustamente sulle opere d’arte, non si concentra sull’approfondimento dei caratteri dei personaggi e gli intrecci collaterali paiono, a volte, scontati. Il ritmo regge, anche grazie alla sostanza e allo spessore degli interpreti; il budget impiegato nelle riprese è importante ma a parere dello scrivente, aldilà delle location, da Parigi alla Normandia, dal castello di Neuschwanstein a Bruges, sicuramente suggestive e di impatto, la scenografia è in difetto, risultando, di tanto in tanto, poco credibile. “Monuments men” rappresenta comunque un prodotto di buona fattura, girato con attenzione al dato storico ed artistico di riferimento; un diverso punto di vista sulla seconda guerra mondiale che, come anche “Il falsario: operazione Bernhard” di Stefan Ruzowitzky, può catturare lo spettatore, ma non il più esigente.

Voto: 3 su 5

Il trailer del film:

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