Recensione: La trattativa

manifesto_latrattativaGenere: docu-fiction

Regia: Sabina Guzzanti

Cast: Ninni Bruschetta, Maurizio Bologna, Sabina Guzzanti, Sergio Pierattini, Filippo Luna

Durata: 108 minuti

Distribuzione: BIM distribuzione

La Guzzanti è tornata dietro la macchina da presa, facendo quello che le riesce meglio: puntare una luce sui lati oscuri di questa Italia. E lo fa col suo solito piglio, ammiccante, coinvolgente, documentato. “La trattativa”, presentato nella sezione “Fuori concorso” all’ultima Mostra del Cinema di Venezia con un’inevitabile ridda di polemiche, porta sullo schermo la presunta trattativa tra Stato e mafia nel periodo immediatamente successivo alla stagione delle bombe (da Capaci a Milano, da Firenze alla mancata strage dell’Olimpico). La tesi è quella arcinota riportata da tutti i giornali e trattata dai processi seguiti alle dichiarazioni-shock del pentito Massimo Ciancimino; la Guzzanti ha deciso di girare “La trattativa” prendendosi più di un rischio; se i suoi lavori sono normalmente catalogabili come docu-fiction, questa nuova pellicola si pone in una zona di confine, a cavallo tra cinema e televisione, tra teatro e diario. La regista strania lo spettatore da subito, parlando in camera e mostrando la messinscena: lo spettatore vede il teatro di posa e immediatamente comprende che i personaggi che interpretano magistrati, giornalisti, comandanti di polizia sono persone di “spettacolo”, attori, teatranti. Il cinema è fatto di questo ma la Guzzanti decide di “metterlo in chiaro” e renderlo palese, scatenando una serie di domande sul significato di ciò che si vedrà di lì a poco, ma anche sul significato complessivo del suo lavoro. Un lavoro di raccolta immane: interviste, documentari, stralci di telegiornali dell’epoca, testimonianze. Sullo schermo si muovono i grandi protagonisti della vicenda riportata: oltre al già citato Ciancimino, ci sono mafiosi e politici di spicco, da Mangano a Mutolo, da Dell’Utri a Scalfaro; un linea temporale che va dall’inizio degli anni ’90 fino alla scesa in campo di Silvio Berlusconi (interpretato dalla stessa Guzzanti). Un film che però, si veda il background dell’autrice, si veda lo stile icastico ma che mai dà la sensazione di essere realmente neutrale, divide il pubblico tra chi ha un certo pensiero sulla questione e chi invece non la pensa come la cineasta, rimanendo una pellicola di confine che scava nel passato ma che spesso dalla denuncia passa all’intrattenimento con un turbinio di nozioni ed informazioni che possono spiazzare lo spettatore; una sorta di concentrato a volte un po’ scolastico o didattico. Più ritmato e coinvolgente nella prima parte; più compassato nella seconda. Questo non toglie che “La trattativa” sia, ad ogni modo, un prodotto di qualità, ben strutturato, del quale si consiglia la visione.

Voto: 3 su 5

Il trailer del film:

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