Recensione: In Between

Sottotitolo: Libere Disobbedienti Innamorate

Genere: Drammatico

Regia: Maysaloun Hamoud

Cast: Mouna Hawa, Sana Jammelieh, Shaden Kanboura, Mahmud Shalaby, Riyad Sliman

Durata: 96 min.

Distribuzione: Tucker Film

 

 

 

Noor si sta per laureare in informatica, una ragazza semplice, introversa, in procinto di sposarsi con Wissam, un ragazzo fissato con le tradizioni musulmane e contrario a ogni apertura culturale. Tuttavia, per poter concludere il ciclo di studi, si trasferisce direttamente a Tel Aviv in un appartamento abitato da altre due donne, due giovani con diverse visioni non solo religiose ma che culturali. Leila, anche lei araba, è un avvocato di successo, tanto che difficilmente perde una causa giudiziaria, ma è soprattutto una ragazza disinvolta, ribelle, che vive la giornata senza pensarci due volte. Lo stesso vale per Salma, cristiana e con la passione per la musica, che di giorno lavora in una cucina e di sera si trasforma in una DJ molto richiesta. Tra loro si instaurerà una profonda amicizia, ma questa relazione, e soprattutto le scelte singole delle ragazze, porterà con se non pochi problemi in merito al rapporto tra le diverse tradizioni.

La parola “coraggio” è spesso abusata (anche dal sottoscritto) per esaltare un film appena uscito in sala, sottolineando la determinazione del regista nel raccontare un contesto preciso del nostro mondo. Nel caso di Libere Disobbedienti Innamorate, le virgolette sono non solo superflue, ma lo stesso termine risulta limitante rispetto alla storia. L’opera prima di Maysaloun Hamoud mostra in particolare come la nostra idea di ciò che è al di fuori nei nostri confini si basa solamente su pregiudizi infondati. Esiste certamente la donna completamente dedita alla cultura religiosa, e sottomessa in alcuni casi (non tutti) al volere della famiglia e al marito. Esiste tuttavia anche un’altra donna, quella che non solo rifiuta un certo tipo di pensiero, ma cerca in quel che modo di costruirsi un’identità, e che cerca tutta se sè stessa di difenderla.

Ciò che rimane impresso di questo film è un altro particolare, che non è il semplice contrasto tra la cultura occidentale (libero fino a un certo punto, e anche questo non privo di problemi) e quella mediorientale, un conflitto ideologico e geopolitico che vede giornali e telegiornali sommersi di notizie su atti terroristici e di attacchi nelle zone di guerra. Lo scontro riguarda il genere, con l’incapacità dell’uomo di comprendere la donna come persona libera. Questo tema si vede non solo nel difficile rapporto tra Noor e Wissam, ma riguarda tutte le altre culture rappresentate dalle altre protagoniste, come il caso di Salma e la sua omosessualità. Ma c’è un oggetto specifico che si eleva a simbolo non solo di ribellione, ma di identità personale. Leila, ribelle come la principessa in Guerre Stellari, viene sempre inquadrata mentre si accende la sigaretta, tanto da sembrare asfissiante e ripetitivo. Ad un certo punto, però, ecco il tocco intelligente di Hamoud. Il fidanzato, scocciato che Leila l’ha accesa anche davanti alla sorella, le chiede di smettere non solo con il fumo, ma di vestire occidentale, a essere quindi ciò che la società rifiuta.

Libere Disobbedienti Innamorate, nonostante la regia non esaltante, è un film che descrive con cura questo muro insormontabile tra uomo e donna, ma è anche un grido di liberazione verso coloro che non rinunciano ai propri diritti.

Voto: 3,5 su 5

Il trailer

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