Una seconda edizione all’insegna dell’entusiasmo quella svoltasi a Bologna dal 1° al 3 giugno scorso; una città cinefila che per un fine settimana è stata la casa delle centinaia di Sale della Comunità che sono accorse per una full immersion fatta di programmazione, obiettivi, condivisione di progetti, un sguardo lucido sul futuro, un’iniezione di energia, carburante per i tanti operatori sparsi per l’Italia che con instancabile ed incrollabile passione offrono un servizio fondamentale per il pubblico, dal grande centro fino alla periferia. Perchè le SdC sono anche questo, “un avamposto culturale e pastorale che è vero sale per la Comunità”, come ha voluto sottolineare anche quest’anno il Presidente Nazionale don Adriano Bianchi. A moderare gli incontri Arianna Prevedello, gli interlocutori numerosi, provenienti da àmbiti anche apparentemente molto distanti tra loro che però hanno saputo collimare sul tema cardine, la vita delle Sale. Sale che non rispondono più all’arcaico ed ormai superato concetto di cinema parrocchiale, vecchio, polveroso, che privilegia una programmazione troppo orientata ma anzi, realtà vive, vitali, luoghi dotati delle più moderne tecnologie con schermi ed audio all’avanguardia, luoghi di incontro e di confronto continuo. Come ha affermato l’architetto Riccardo Maria Balzarotti, intervenuto per presentare all’uditorio nuovi progetti
per sale oggi dismesse, “le SdC non sono da pensarsi come mero contenitore, ma come contenuto”. Un inciso apparentemente innocuo che ha però, in nuce, una forza prorompente che rappresenta un cambio totale di prospettiva e che mette al centro la Sala come protagonista in “prima persona” ed evento principale, accantonando il ruolo ancillare di “mero luogo in cui accadono cose”. Le riflessioni e le proposte sono state molteplici, dalle esperienze dirette delle SdC, in cui ha preso la parola anche il Cinema Lux di Busca presentando il Premio Cinematografico Alpi del Mare, all’approfondimento dei bandi previsti dal Ministero per il prossimo biennio, fino a giungere la domenica agli interventi del Presidente della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli e del regista Pupi Avati; incisive ed indispensabili anche le loro considerazioni, dalla dimensione collettiva della fruizione cinematografica, “I Lumière, con il loro primo film, ponevano l’accento sul Noi e non sull’individuo, componente fondamentale per la vittoria del Cinematografo sul precedente Kinetoscopio” (Farinelli), al ruolo delle SdC nel domani, “Le Sale della Comunità devono porsi come obiettivo nell’immediato futuro, di trovare una vera dimensione propria” (Avati). Una tre giorni per incontrare vecchi amici (presenti al convegno anche le sale gemellate del Don Zucchini di Cento – FE – e del Lux di Camisano Vicentino – VI) e volti nuovi, un fine settimana per attingere a idee inedite, per pensare con maggiore convinzione i mesi a venire, dai programmatori a tutti i volontari. E come ha voluto precisare Luigi Lagrasta, storico produttore di cinema, “Non servono i ringraziamenti. Servono le vicinanze, perché il nostro è un obiettivo sociale”.