Recensione: Werk ohne Autor – Opera senza autore (Speciale Venezia75)

Genere: Drammatico/thriller

Regia: Florian Henckel von Donnersmarck

Cast: Paula Beer, Tom Schilling, Oliver Masucci, Sebastian Koch

Durata: 188 min.

Distribuzione: 01 Distribution

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A diversi anni di distanza dalla sua opera più sorprendente (Le vite degli altri, premiatissimo esordio alla regia di un lungo del 2006) e dopo il deludente “The tourist” (opera del 2010 con Depp e Jolie), il cineasta Florian Henckel von Donnersmarck si presenta in Concorso alla 75ma Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia con “Opera senza autore“, in uscita in Italia per il prossimo mese di ottobre, con 01 Distribution. Abbandonati territori che strizzavano l’occhio al cinema mainstream, von Donnersmarck torna negli ambienti e nelle atmosfere che più gli sono famigliari, affidandosi ad un cast rodato e di ottimo livello, nonché a vecchie (e sicuramente positive) collaborazioni; “Opera senza autore” è un lungometraggio di ampio respiro, che apre il sipario sulla Germania del 1937, una nazione ancora ferita dalla Prima Guerra Mondiale e desiderosa, attraverso il suo Führer, di tornare ad essere grande ed imponente, anche se questo avrebbe significato, di lì a qualche anno, un nuovo, sanguinoso ed assurdo conflitto nel cuore dell’Europa. E la macchina da presa indugia il suo sguardo sulla giovane Elisabeth May, il piccolo Kurt (suo nipote), e sulla famiglia (il padre di Kurt, insegnante disoccupato perché riluttante nell’iscriversi al Partito, la madre e la zia, donne di casa e buone cittadine tedesche). Ma il Dramma non guarda in faccia a nessuno e le regole sono chiare, tutti coloro che non sono ritenuti utili alla Causa, saranno prima scartati e poi fisicamente eliminati. Parte da qui il canovaccio di una narrazione importante (sono oltre 3 le ore di film) ma la confezione è scevra di fronde inutili e momenti di stanca. “Opera senza autore” scorre con ritmo, scrittura intelligente, aperture al Magico senza distogliere lo sguardo dagli orrori della guerra, ma incentrando il racconto su una splendida storia d’amore avversata dal padre di lei (un superbo Sebastian Koch) negli anni successivi alla batosta nazista della Seconda Guerra mondiale. Una Germania divisa ma che aveva in nuce i germogli di una nuova rinascita, culturale ed artistica, in cui Dusseldorf rappresentava la prua della nave in viaggio verso il futuro. “Opera senza autore” calibra con dedizione realismo e sogno, dramma e dolcezza, thriller e storia, senza ammiccare mai allo spettatore, senza risparmiare salutari pugni nello stomaco. Un’opera che non vuole fare il verso al lavoro di Edgar Reitz ma che si ritaglia una sua personale dimensione, che porta con sé una meravigliosa, appassionata e commovente dichiarazione d’amore alla libertà dell’Arte e delle sue molteplici forme. Senza dimenticare ciò che, all’alba degli eventi, Elisabeth insegnava al piccolo Kurt:”Non distogliere lo sguardo, tutto ciò che è vero, è bello“.

Il trailer del film:

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