Speciale TFF34 – Recensione: Elle di Paul Verhoeven

12439145_10208276993224958_6810728563670751207_n_jpg_1003x0_crop_q85Genere: Drammatico

Regia: Paul Verhoeven

Cast: Isabelle Huppert, Laurent Lafitte, Virginie Efira, Christian Berkel

Durata: 130 minuti

Distribuzione: ND

 

Paul Verhoeven, cineasta olandese di americana adozione, famoso al grande pubblico per lavori quali Robocop, Basic Instict, Atto di forza e L’uomo senza ombra, elabora e traspone liberamente il romanzo “Oh…” di Philip Djian, variando il titolo in Elle e assoldando un’attrice di grande calibro, qual è Isabelle Huppert. In un’intervista ha dichiarato di aver voluto uscire dai confini a stelle e strisce per creare una storia in cui apparisse una protagonista da una morale discutibile e sfaccettata, ruolo che sarebbe stato assai difficile, secondo il regista, proporre alle interpreti hollywoodiane. Il nuovo lavoro, presentato in Concorso a Cannes e nella sezione “Festa mobile” (Fuori Concorso) al Torino Film Festival ha ambizioni autoriali, toni ed atmosfere di un cinema raffinato ed attento, almeno nelle intenzioni. Isabelle Huppert è Michele Leblanc, donna forte, determinata, proprietaria di una software-house di successo a Parigi con un passato violento, difficile, segnato dalla follia criminale del padre, passato che grava sulla sua vita, ma del quale Michele (vittima incolpevole) non ha affatto paura.elle-cannes Il canovaccio si apre con uno stupro, subito da Michele ad opera di uomo con un passamontagna nero che irrompe nel suo salotto prima di sera. É la causa scatenante della trama, che porta Michele ad una lenta ma ferma volontà di scoprire l’identità del suo assalitore, cercando di vivere le varie sfere della sua esistenza, lavorativa ed affettiva, nel modo più normale possibile. Screzi e dispetti sul lavoro, un figlio troppo giovane e troppo ingenuo per affrontare l’adultità, un ex compagno con cui non riesce a troncare del tutto, sono tutti ingredienti che Verhoeven porta nella sua istanza narrativa, cercando il crescere della tensione e dell’attenzione da parte del pubblico; ma nonostante il giganteggiare della Huppert, che da sola regge la struttura e conferisce credibilità alle vicende, Elle inizia a sfrangiarsi nella seconda metà di narrazione, perdendo in compattezza, elemento irrinunciabile per un buon thriller d’autore. É così che l’atmosfera conferita inizialmente alla pellicola subisce brusche virate di registro, in equilibrio instabile tra il dramma e la commedia, esponendo i limiti di un lavoro che, seppur contornato delle migliori intenzioni, risulta un ibrido che non una un’identità precisa e manca di un’impronta personale necessaria.

Voto: 3 su 5

Il trailer del film:

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