I migliori film del 2013 by Mattia

TOP 10 - 2013
Vorrei anteporre alla top 10 del 2013 qualche premessa per poter meglio comprendere le scelte effettuate nel redigerla.
Per poter stilare la “classifica” dei migliori lavori dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013, si è tenuto conto della data di uscita italiana e non della eventuale data di uscita nel paese di origine: ad esempio il titolo “American Hustle” di David O.Russell, uscito il 12 dicembre 2013 nel Paese di origine, sarà nelle sale nostrane soltanto dal 1° gennaio 2014, esula quindi da un eventuale inserimento nell’elenco.
Non si è tenuto conto dei titoli presentati ai principali festival italiani (Torino, Roma, Venezia) se ancora non sono stati distribuiti in tutte le sale italiche: ad esempio “Philomena” di Stephen Frears, presentato a Venezia70, rientra nella classifica perché uscito a dicembre in tutte le sale; esula “Locke” di Steven Knight (presentato anch’esso a Venezia70) perché non (ancora) distribuito in Italia.
La top 10 sconta il limite (umano) della visione nelle sale: in altri termini chi ha stilato la classifica ha potuto valutare un certo numero di titoli e non tutto lo scibile cinematografico dell’anno 2013. Alla luce di questo limite, si è voluta introdurre una sezione in fondo alla top 10 indicando quei lavori che pur avendo colpito positivamente (attraverso critiche e recensioni) il redattore della classifica, costui non ha potuto verificare di persona l’effettiva eccezionalità del prodotto visionandolo direttamente.
È stata infine inserita una mini-sezione con la sorpresa dell’anno, ossia il film di grande qualità che non ti saresti aspettato di vedere e il flop dell’anno, ossia il titolo che le premesse davano come un capolavoro annunciato ma che poi nella realtà ha lasciato un filo di amarezza una volta usciti dalla sala, un’ombra di delusione per l’occasione mancata; questo non toglie che il titolo sia comunque di qualità.
IMPORTANTE: i titoli sono 10 ma non sono da leggersi in ordine qualitativo quanto invece in ordine cronologico. Lo scrivente non ha mai amato dilettarsi in discorsi sofistici su quanto un film fosse migliore dell’altro o di quanto il secondo fosse meglio del quarto per questo o quel motivo. La top 10 è dunque da leggersi come un gruppo unico di lavori (i migliori) usciti in questo 2013.

La migliore offerta:
Il lavoro di Tornatore, che per l’occasione si avvale di un cast internazionale, ha convinto pubblico e critica trattando l’affascinante tema dell’inganno; il regista italiano indaga con occhio attento i molteplici risvolti dei rischi dell’alterità, dei sentimenti, dell’amore. Nel cast Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland.
Django Unchained:
C’è posto anche per il dissacrante ultimo lavoro di Quentin Tarantino, ispirato al Django di Corbucci interpretato da Franco Nero. Questa volta Django, che ha il volto del premio Oscar Jamie Foxx, è condito con una miscela esplosiva di humour, con citazioni di spaghetti western e con frasi che entreranno nell’immaginario collettivo. Eccezionale (ancora una volta) Christoph Waltz nella parte del cacciatore di taglie Doktor Schultz, ruolo che gli è valso il premio Oscar.
Les Miserables:
Dopo il sorprendente “Il discorso del Re”, Tom Hooper allestisce una trasposizione cinematografica del capolavoro di Victor Hugo, chiamando sul set un cast stellare: da Russell Crowe a Anne Hathaway, da Hugh Jackman a Sacha Baron Cohen ed Helena Bonham Carter. Il mix è esaltante. Grandi attori, grande storia, regia impeccabile. Un adattamento diverso dai precedenti (doveva fare i conti con la lunghezza del testo originale)che convince sotto il punto di vista canoro ed interpretativo, con un Hugh Jackman di livello assoluto che fagocita i pur bravi interpreti presenti sul set.
No (i giorni dell’arcobaleno):
Lavoro originale per il regista di “Post mortem” e “Tony Manero”, Pablo Larraìn, che porta sullo schermo la vera storia di René Saavedra, il pubblicitario che sfidò Pinochet a suon di spazi pubblicitari. La storia, che cattura il pubblico è ordita con intelligenza e con scaltrezza registica. Presentato a Cannes nel 2012 aveva vinto il premio per la miglior realizzazione tecnica; il film, girato come se fosse stato effettivamente realizzato in quegli anni, porta una ventata di originalità, non fermandosi alla semplice cronaca di un fatto realmente accaduto, ragion per cui è presente in questa speciale classifica. Saavedra ha il volto di Gael Garcia Bernal; nel cast anche Alfredo Castro e Nestor Cantillana.
Infanzia clandestina:
Pellicola impegnata che narra le vicende dei Montoneros, convinti oppositori del regime argentino di Videla. Il regista Benjamin Avila struttura la pellicola in un climax crescente di tensione, visto dagli occhi del piccolo Juan, il protagonista della storia. Vicende di alti ideali politici, di lotta continua, di anelito di libertà che issa di principio “Infanzia clandestina” nei migliori 10 dell’anno, anche alla luce di alcune interessanti trovate stilistiche di Avila.
Miss Violence:
Il regista greco Alexandros Avranas sciocca Venezia70 con una storia fatta di una di quelle violenze più infime e meschine, quella perpetrata entro le mura domestiche. Il suicidio di una giovane ragazza, avvenuto il giorno del proprio compleanno è la causa scatenante della trama, costruita con intelligenza, senza fronzoli, con onesta durezza, un salutare pugno nello stomaco, ma imprescindibile per questo 2013. Coppa Volpi maschile al protagonista Themis Panou.
La vita di Adele:
Alla fine delle polemiche per le scene di sesso lesbo resterà soltanto un gran bel lavoro per il regista Kechiche. Nel cast Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos nelle parti di Emma e Adèle; una pellicola fatta di amore, di adolescenza, di prime esperienze, di disillusione e di delusioni. Un lavoro che cattura il pubblico, vincitore della Palma d’oro a Cannes 2013, notevole per la regia, per le interpretazioni e per il coraggio nel trattare un tema che, aldilà dei soliti proclami, resta per molti ancora un tabù.
Lunchbox:
C’è un’espressione per descrivere la pellicola di Ritesh Batra: un piccolo gioiello indiano. Avvalendosi di un cast di primo livello (Irrfan Kahn, Nimrat Kaur, Nawazuddin Siddiqui) il regista porta sullo schermo una deliziosa corrispondenza epistolare tra sconosciuti, legati da una pausa pranzo che diventa momento di disvelamento a distanza, confessione di segreti, conoscenza e indagine. Pellicola che ha colpito positivamente il pubblico di Cannes e che ha visto fortunatamente una distribuzione (intelligente) anche per il nostro Paese. Di altissimo valore l’interpretazione di Siddiqui.
Il passato:
Dopo l’esaltante “Una separazione”, il regista Asghar Farhadi ambienta la sua nuova storia nella periferia francese; per l’occasione arruola Bérénice Bejo (dopo il forfait di Marion Cotillard), Tahar Rahim, Ali Mosaffa. Storia di rapporti famigliari difficoltosi, di ostacoli nel dialogo, di segreti mai svelati; la pellicola del regista iraniano rappresenta un’altra perla, un film completo sotto molti punti di vista, che non può mancare nella top 10 dei migliori lavori dell’anno che sta per concludersi. La Bejo ha vinto, per questa interpretazione, il premio come miglior attrice a Cannes 2013.
Philomena:
Il pubblico a Venezia 70 è stato letteralmente rapito per la trasposizione cinematografica del romanzo “The lost child of Philomena Lee” di Martin Sixsmith. Il regista Stephen Frears assembla un cast fatto di indiscussa bravura (Judi Dench a parere di chi scrive è stata ingiustamente defraudata del premio alla miglior attrice in Laguna) e di freschezza, Steve Coogan nei panni di Sixsmith è dirompente. Un film che colpisce il cuore, delicato nei modi quanto deciso nelle tematiche. Un “must see” di questo 2013.

SORPRESA DEL 2013: Come un tuono
Il nuovo lavoro di Derek Cianfrance, con Ryan Gosling nei panni del protagonista Luke e Bradley Cooper nelle vesti di Avery Cross, rappresenta una piacevole sorpresa, per capacità registica, per tensione narrativa, per tematiche sviscerate. Il regista Cianfrance aveva già dimostrato al pubblico la pasta di cui era fatto, ma con questo lavoro si conferma nel ruolo di quei cineasti da tenere d’occhio. Un film che potrebbe diventare un cult.

DELUSIONE DEL 2013: La grande bellezza
Film che continuerà a dividere nei secoli dei secoli, “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Moltissima carne al fuoco, molti proclami di avere dinnanzi una nuova “Dolce vita”, un Toni Servillo che mai ha deluso le aspettative. Di tante promesse rimarrà l’impeccabile performance di quest’ultimo ma il film, caricato a mille fin dai tempi di Cannes 2013, lascia l’amaro in bocca, come quel vignettista che scrisse “Davanti al manifesto de “La grande bellezza” ci dovevano aggiungere “Pensavamo fosse”. A Cannes Sorrentino se ne è andato a mani vuote ma ha vinto nelle scorse settimane il premio come miglior film europeo, esagerato?

NON VALUTATI MA…
Holy motors:
Il nuovo film di Leos Carax è il classico film da inserire o nella categoria “capolavoro” o nella categoria “boiata pazzesca”. Un lavoro ambizioso, audace, che si muove tra finzione, realtà e metacinema presentato a Cannes 2012 ma passato (ingiustamente) in sordina.
Venere in pelliccia:
Il nuovo film del cineasta Polanski con Emmanuelle Seigner è un titolo forte del 2013. Ha colpito positivamente pubblico e critica, a parere mio, da vedere sulla fiducia.
Still life:
Pellicola di Uberto Pasolini che per delicatezza e inventiva ha meravigliato il Lido. Un film che anche il sottoscritto andrà a recuperarsi presto.

Molti di questi film sono stati recensiti su questo blog, continuate a leggerci! 🙂

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. wwayne ha detto:

    SPOILER WARNING
    La migliore offerta tratta in modo molto efficace dei temi profondamente reali. In primo luogo la tendenza che molti uomini hanno a dare un’ importanza esagerata ad un ambito della loro vita (spesso proprio il lavoro) o ad una loro passione, fino a farsene assorbire totalmente. Non sono molte le persone capaci di svolgere i propri doveri e coltivare le proprie passioni in modo equilibrato, senza trasformarle in ossessioni.
    In secondo luogo la terribile delusione e la profonda amarezza che ognuno di noi prova quando scopre di essere stato ingannato dalla persona che ama. Quando ami una persona, tendi ad idealizzarla, a vederla come la summa di tutte le qualità umane, a ritenerla una creatura perfetta con tutte le virtù e nessun vizio. Così, quando scopri che quella persona per cui nutrivi una stima così profonda e una fiducia così assoluta ti ha ingannato, tu provi un dolore immenso, una sorta di lutto. Non é una parola esagerata, perché anche se non é morta fisicamente quella persona é comunque venuta a mancare l’ immagine che tu ti eri fatto di lei, e di conseguenza muoiono anche tutti i progetti e i sogni che tu avevi fatto in merito al vostro rapporto. Rialzarsi dopo un evento così traumatico non é da tutti, e infatti anche un uomo freddo e razionale come Virgil deve faticare non poco per riuscirci. E quando alla fine ce la fa, riuscendo a superare la propria follia, il destino lo premia, dandogli almeno una flebile speranza di ricongiungersi con la persona amata. E’ sempre meglio di niente, é “la migliore offerta” che potesse ottenere.

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    1. mattiabertaina ha detto:

      Mi trovo d’accordo con la tua analisi. Credo che Tornatore sia riuscito a dirigere in modo impeccabile un cast importante, creando la giusta dose di suspence, di sorpresa e di inganno. Il tema trattato non era di certo una novità ma il regista è riuscito ad indagare con occhio attento i meandri del non detto, del sottinteso, senza trattare lo spettatore come un individuo che debba essere guidato nella comprensione di ciò che sta vedendo e questo mi ha fatto molto apprezzare il lavoro. Alla fine dei conti Tornatore non vuole chiudere la porta della/alla speranza, mostrandoci un protagonista seduto al tavolo di un bar, in attesa……

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      1. wwayne ha detto:

        Confesso di non amare molto i finali aperti, ma per come si era messa la situazione era il finale più consolatorio possibile, concordo. Grazie per la risposta! : )

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