Recensione: Bypass

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Genere: Drammatico

Regia:  Duane Hopkins

Cast: George MacKay, Benjamin Dilloway, Charlotte Spencer, Donald Sumpter, Barry Ward

Durata: 103 min.

 

 

 

Non c’è un momento di tregua per Tim, alle prese con tragici eventi che, uno dopo l’altro, ostacolano la sua giovane vita. Alle prese con l’abbandono del padre, al ragazzo tocca addossarsi tutta la responsabilità della gestione della casa. Deve prendersi cura della madre, depressa e rinchiusa in se stessa dentro la propria camera da letto, della sorella più piccola, Helen, che molto di rado va a scuola. Come se non bastasse, il suo fratello maggiore è stato arrestato per furto e costretto a scontare una pena di diciotto mesi in carcere. Lo sconto della pena è stato in seguito ridotto a compiere lavori socialmente utili, ma questo certamente non aiuta il giovane ragazzo a risolvere i problemi in casa. L’unico modo per sopravvivere e per garantire la sussistenza alla famiglia è trafficare merce rubata per conto di un criminale della città. Purtroppo per lui i problemi aumentano quando scopre di avere una grave malattia, che porteranno numerose difficoltà nella gestione familiare. Questa condizione è tollerabile grazie a Lilly, l’unica persona che tiene veramente a lui e che lo aiuterà nei momenti di maggior difficoltà.

Bypass colpisce per molte ragioni. Oltre a essere un film di forte denuncia sociale, nel quale si descrive un quartiere inglese abbandonato, vittima di un’emarginazione che nel tempo ha portato gravi conseguenze agli abitanti, la pellicola vuole affrontare i problemi dovuti all’eccessiva responsabilizzazione di alcuni ragazzi che, per un motivo o per un altro, si trovano a essere loro i veri tutori della famiglia. Un adolescente con troppi pesi sulle spalle può commettere degli errori e la maturazione del personaggio provoca in lui un enorme sbalzo temporale. Non può vivere come gli altri adolescenti, ma deve prendersi cura della propria sorella e della propria madre, con il rischio che i servizi sociali possano dividere quel poco che è rimasto del nucleo familiare. Nonostante ciò, la storia propone anche alcune situazioni di forte tensione, nelle quali Tim deve risolvere alcune questioni fondamentali per la propria vita. Il giovane si trova a un certo punto del film in un bivio: continuare a commettere furti come suo fratello, o seguire la giovane Lilly, la quale può proporgli un cambiamento possibile. Intorno a tutta la narrazione (che nella seconda parte perde la sua lucidità con piccoli buchi di sceneggiatura), c’è una regia che si focalizza sui tormenti e sui ricordi dei personaggi, mostrando in maniera diretta con inquadrature in primo piano o ravvicinate le loro sensazioni e sofferenze. Nel complesso, Bypass rappresenta un buon film tenuto in piedi da una buonissima interpretazione degli attori e con una regia molto accurata. Un peccato invece la sceneggiatura, che lascia per strada molti elementi soprattutto nella seconda parte.

Voto: 3 su 5

Il trailer: http://www.mymovies.it/film/2014/bypass/trailer/

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