Recensione: Wir Waren Könige

MV5BMTc4OTU1MTc1Nl5BMl5BanBnXkFtZTgwNDU0NDMzMjE@._V1_SY317_CR5,0,214,317_AL_Genere: poliziesco

Regia: Philipp Leinemann

Cast: Marcel Bender, Maximilian Brauer, Samia Muriel Chancrin, Felix Defér, Hendrik Duryn.

Durata: 107 minuti

 

 

 

Il poliziesco in Concorso a Torino32 arriva dalla Germania, un Paese in cui il genere poliziesco non ha una sua autonomia ed una sua collocazione propria di genere, anche perché, il poliziesco, equivale spesso ad una serie tv e non ad un prodotto cinematografico tout court. Un lavoro dunque insolito, quello del regista Philipp Leinemann, che si avvale di un cast di livello (tra gli attori Marcel Bender e Maximilian Brauer); in una non meglio precisata città tedesca (il regista ha dichiarato di aver voluto non dare indicazioni precise allo spettatore sulla collocazione geografica della vicenda ndr) viaggiano, su binari paralleli, le esistenze di una squadra speciale di polizia e di una gang giovanile. Ma come spesso succede per gli scambi ferroviari, questi binari sono destinati ad incontrarsi, ad intersecarsi, innescando una commistione che tradotta in rapporti umani significa fattori scatenanti di scenari inediti ed inaspettati. Un lavoro che vede una fotografia quasi in tonalità di grigio, con ritmi tesi, cupi, quasi assenti le musiche, un lavoro in cui Leinemann lavora sullo spostamento della linea che divide il morale dall’amorale, l’etico dall’immorale, dimostrando quanto spesso, un determinato atteggiamento, cambi nella percezione se gli autori del gesto sono poliziotti o, invece, criminali di quartiere (emblematica la frase del capo-squadra “Ma che differenza c’è tra noi e loro, se noi ci comportiamo allo stesso modo dei criminali?” – “La differenza è che noi possiamo”). Un film tratto da vere vicende di corruzione e di violenza perpetrate in terra tedesca negli anni passati, che scatenarono indignazione nell’opinione pubblica. Un titolo di buona qualità che però pare perdere mordente alla distanza, dopo un incipit deciso e senza sconti. Esagerati i toni di presentazione del titolo che lo hanno avvicinato a certe atmosfere scorsesiane; chiariamolo subito, Scorsese è lontano anni-luce. Ciò non toglie che “Wir Waren Könige” rappresenti un buon lavoro che non passerà, comunque, agli annali.

Voto: 3 su 5

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