Recensione: El Clan

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Genere: Thriller

Regia: Pablo Trapero

Cast: Guillermo Francella, Peter Lanzani, Lili Popovich, Gastón Cocchiarale

Durata: 108 min.

 

Argentina. Il regime ferreo del generale Videla è giunto al capolinea, e la democrazia, a lungo sudata, sta portando al popolo argentino pace e prospettiva. Nonostante la premessa tutt’altro che pessimista, l’aria di libertà e di giustizia sembra essere messa in discussione da alcuni episodi spiacevoli. Negli anni ’60 i sequestri di persona continuano a provocare terrore nei cittadini, i quali, senza l’aiuto delle forze dell’ordine, si trovano in una condizione di totale insicurezza. La famiglia Puccio, l’artefice principale di questi atti con a capo il vecchio (ma per nulla innocuo) Arquímedes, ha il sangue freddo, non ha paura di nulla, tanto da effettuare i sequestri con assoluta precisione. Le vittime sono in particolare le famiglie altolocate, con i soldi a disposizione in un tempo immediato, mentre l’appartenenza politica non sembra essere più la causa di queste azioni. I soldi e l’orgoglio sono gli unici valori di una famiglia apparentemente normale, che senza pietà sferra i suoi attacchi senza lasciare alcuna traccia.

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Vi immaginate se il vostro cordiale, amichevole vicino di casa risulta essere uno dei criminali più crudeli e sanguinari dell’intera città? La reazione più comune sarebbe lo sgomento, la sorpresa e l’incredulità di fronte a una notizia del genere. El Clan rappresenta uno dei film più sorprendenti visti al Lido, raccontando la famiglia Puccio in ogni sua sfumatura, dai rapporti familiari contrapposti alle scene dure e crude dei colpi che la famiglia (in particolare il padre e i figli) commette durante la settimana. Il risultato è la descrizione di una quotidianità incredibilmente surreale. C’è una scena in particolare che può rappresentare questo concetto: mentre una delle vittime continua incessantemente (e senza alcuna speranza) a chiedere aiuto, la figlia del protagonista non sembra farci caso, continuando a studiare nella camera adiacente come se nulla fosse. L’elemento cruciale di questa pellicola sta per l’appunto di narrare ogni tipo di azione della famiglia, dalla scena in cui Arquímedes si mette a pulire la strada in piena mattina ai momenti in cui minaccia i parenti delle vittime utilizzando i telefoni pubblici in modo da non lasciarsi intercettare. Il risultato è che El Clan funziona, riusciendo, grazie a una regia sublime, dinamica di Pablo Trapero, a coinvolgere lo spettatore dall’inizio alla fine nella vita complessa e adrenalinoca dei personaggi. Il tutto viene amplificato grazie all’utilizzo di una colonna sonora impeccabile, che riesce al punto giusto a restituire un maggior impatto emotivo alle scene più violente e drammatiche.

Voto: 3,5 su 5

Il trailer

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