TFF33: tra sperimentazione e conferme

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La trentatreesima edizione del Torino Film Festival sarà ricordata per diverse motivazioni; anche il 2015 ha registrato un ulteriore incremento rispetto agli anni scorsi. Se il numero di abbonamenti e pass giornalieri è rimasto invariato, sono aumentati i biglietti singoli, passando da 26900 a 29700 unità (+10%). Code per molti spettacoli, anche alle 22 delle proiezioni infrasettimanali, feedback positivi, il pubblico ha risposto con entusiasmo anche agli azzardi, come la proposta della “Notte horror“, una maratona dalle 00:15 alle 06:00 con tre film di genere, che ha registrato il tutto esaurito. Per il secondo anno, a tirare le fila della kermesse, da sempre molto cinema e pochi (zero) lustrini Emanuela Martini, basso profilo ma sempre “sul pezzo”, capace di carpire gli umori degli avventori e saper cogliere le intuizioni giuste che ha, insieme al suo fedele gruppo di lavoro, proposto un catalogo di duecento titoli. Oltre alla sezione dei lavori in concorso, le categorie “afterhour“, “festa mobile“, “italiana corti“, “TFFdoc“, “cose che verranno” (sezione sul genere distopico che vedrà la seconda parte nell’edizione 2016). A vincere il primo premio del Concorso TFF33 il film belga “Keeper” di Guillaume Senez, un film sulla responsabilità di una paternità imprevista ed in giovane età. Premio speciale della Giuria (capitanata da Valerio Mastandrea) la dura pellicola argentina diretta da Santiago Mitre, “La patota” (remake di un grande classico del cinema sudamericano). Dolores Fonzi, personaggio cardine di La patota è stata insignita come Miglior attrice protagonista. Corrispettivo maschile assegnato a Karim Leklou, per l’inquietante interpretazione di Joseph, ragazzo disturbato protagonista di “Coup de chaud” di Raphael Jacoulot, che ha raccolto anche il premio del pubblico.

12265757_10208007922827052_1479647830036064498_oGloria inoltre per “Les loups” di Sophie Deraspe (Premio Fipresci) e “Il successore” di Mattia Epifani (Premio Cipputi). Il premio alla miglior sceneggiatura ha visto un ex aequo, a metà tra Cina (A simple goodbye) e Messico (Sopladora de hojas). Il Torino Film Festival ha visto l’ennesimo rilancio, che lo pone come un appuntamento imperdibile per i cinefili e per un pubblico allargato, ritagliandosi uno spazio importante nel cuore del cinema, un festival che batte sentieri meno conosciuti, con budget sicuramente non faraonici, facendo di necessità virtù, raccogliendo il consenso di chi, anno dopo anno, si accalca dinanzi alle sale ospitanti la kermesse (Reposi, Lux e Massimo). Appuntamento al 18 novembre 2016 per il capitolo 34!

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