Recensione: Veloce come il vento

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Genere: Azione

Regia:  Matteo Rovere

Cast: Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Roberta Mattei, Paolo Graziosi, Lorenzo Gioielli

Durata: 119 min.

Distribuzione: 01 Distribution

 

 

 

Giulia è una ragazza con la passione per le macchine da corsa. Il cuore, quando si è in pista, le batte al ritmo del motore della Porche 911, la sua auto sportiva che l’accompagna sin dal primo Gran Premio di Gran Turismo italiano. È una passione che le viene tramandata da suo padre Mario, l’unico ad averla accudita dopo che la madre ha deciso di abbandonare su due piedi l’intera famiglia. Il suo obiettivo è vincere, far vedere al mondo delle quattro ruote il suo talento sull’asfalto rovente dei circuiti italiani, ma qualcosa, non il set up, o la scelta di gomme sbagliate, cambierà drasticamente la vita di Giulia, costretta non solo a prepararsi per le prossime gare, ma a dover accudire i fratelli, da quello più piccolo Nico a quello più irresponsabile (e, perché no, infantile) Loris, un talento vivente nel rally ma ora sotto dipendenze da droghe che lo hanno reso irriconoscibile.

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Veloce come il vento è la prova vivente che con gli attrezzi giusti è possibile fare un film di assoluta qualità, portando capolavori come questi sui gradini più alti del podio. Come nelle auto, la pellicola in questione deve avere diversi assetti per essere competitiva. Deve innanzitutto essere veloce, dinamica, e questo film lo è, grazie a un montaggio sublime e perfetto nei tagli di inquadratura nelle scene durante i gran premi, nei quali si vedono le battaglie e le carenate tra le gran turismo per raggiungere la vetta. Deve avere poi una precisione nelle entrate in curva, e questo, cinematograficamente parlando, c’è. Nel film troviamo tecnicismi non solo nel contenuto (dalle spiegazioni durante gli allenamenti e le gare) ma anche nella forma, attraverso l’uso dello slow motion e dei campi medi che fotografano la macchina nei momenti più delicati. Per essere vincenti, non bastano questi punti. La macchina deve essere avere stabilità, altrimenti il rischio è che l’auto non sia sotto il controllo di chi la guida, che alla prima curva perda ogni vantaggio guadagnato. E anche questo, bisogna dire, c’è. La regia di Matteo Rovere rappresenta il vero telaio del film: flessibile e rigido allo stesso tempo. Nella pellicola si passa con assoluta scioltezza dalle soggettive e i primi piani di Giulia, alle prese con gli avversari che non mollano un colpo, a inquadrature dall’alto (con le macchine che sfrecciano via come dei fulmini a ciel sereno) e, scelta molto gradita, a telecamera fissa sull’asfalto, dove quest’ultima, tremolante al passaggio delle auto, riesce a trasmettere energia e potenza. Per ultimo, i piloti. Dopo che il bolide è pronto per entrare in pista, c’è bisogno di qualcuno che lo sappia guidare. Qui il cast ha davvero fatto la differenza. Matilda De Angelis è riuscita a dare credibilità alla protagonista, un’adolescente costretta in un colpo solo a diventare adulta e a mantenere tutta la famiglia. La pilota alla quale si è in parte ispirati è Michela Cerruti, campionessa italiana che ha disputato numerosi campionati turismo endurance e, recentemente, la Formula E nel team di Jarno Trulli. Per quanto riguarda invece Stefano Accorsi, la trasformazione (non solo fisica) ha davvero reso in maniera autentica la psicologia del personaggio, rendendolo accattivante e assolutamente coerente verso le scelte compiute all’interno della storia. Loris, detto “Ballerino”, in questo lungometraggio ha ricalcato la vita di Carlo Capone, campione europeo di rally nel 1984 con una Lancia Rally 037 ma con una vita frenetica e segnata dalla dipendenza di stupefacenti che lo hanno portato fuori dal mondo delle corse. Per l’occasione il nove volte campione italiano di rally e pilota ufficiale di Peugeot Sport Italia Paolo Andreucci è stato lo stunt-man e il mentore per l’attore, in grado così di entrare meglio nel personaggio, mentre il meccanico che non lascierà sola Giulia per tutto il campionato è invece ispirato a Tonino Dentini, meccanico a stretto contatto con il campione di Gassino Torinese. Il film, nel complesso, può essere riassunto in una sola frase: “Vacca boia, quanto figo è Veloce come il vento!”.

Voto: 4,5 su 5

Il trailer

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. luigicalisi ha detto:

    Questo film è stato davvero una sorpresa per me. Probabilmente il miglior film italiano degli ultimi anni e, come dici tu, la prova che con gli attrezzi giusti anche qui da noi si possono realizzare grandi cose.

    Ne ho scritto anche io sul mio blog, se ti va fai un salto!

    https://troppolontanidallestelle.wordpress.com/2016/04/10/se-questo-fosse-un-film-americano/

    Piace a 1 persona

    1. Riccardo Lo Re ha detto:

      Bellissima recensione. Complimenti. E, mi raccomando, continua a seguirci! 🙂

      "Mi piace"

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