Recensione: The world of us

The-World-of-Us

Genere: Drammatico

Regista: Yoon Ga-eun

Cast: Choi Soo-in (Sun), Seol Hye-in (Jia), Lee Seo-yeon (Bora)

Durata: 95’

Nazione: Corea del Sud

Casa di produzione: ATO

 

 

 

Speciale #FEFF18

Quanta crudeltà si cela nelle complesse dinamiche sociali di un gruppo di ragazzine? Il lungometraggio sudcoreano The world of us (Uri-deul, 2016), presentato in anteprima italiana al Far East Film Festival di Udine, affronta con un assoluto rigore estetico questo tema attraverso una narrazione profonda, attenta all’analisi minuziosa dei personaggi e del loro dolore. Sun è una bambina di dieci anni, premurosa e sensibile ma emarginata nella sua classe: la sua solitudine si interrompe quando, all’inizio dell’estate, arriva nella suo quartiere Jia, con la quale riesce a stringere un’affettuosa amicizia, che arricchisce le sue giornate. Dopo qualche settimana però qualcosa cambia nell’atteggiamento di Jia. Dopo essere stata ospitata per una settimana a casa di Sun si allontana dall’amica, preferendo la compagnia di Bora e di tutte le compagne di classe che non perdono occasione per ferire e isolare Sun. Questo non fermerà la protagonista, decisa a comprendere e superare le malignità e gli equivoci comportamenti di dell’amica.

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Al suo esordio nel lungometraggio, la regista sudcoreana Yoon Ga-eun, premiata al Festival di Berlino con l’Orso di cristallo per il suo secondo corto Sprout (2013), compone un delicato affresco della quotidianità infantile, dalla gioia per una amicizia alla crudeltà del bullismo nelle scuole, analizzando nel dettaglio l’universo di Sun e Jia. La macchina da presa segue gli spostamenti delle protagoniste e rivela una sensibilità sorprendente nel ritrarre le loro emozioni, interpretate con straordinaria naturalezza dalle giovani attrici. Nell’incipit del film la cinepresa inquadra al centro dello schermo un primo piano di Choi Soo-in (Sun) mentre attende con ansia di essere scelta dai compagni per giocare a palla prigioniera: il suo sguardo cerca una conferma, un segno di amicizia, mentre in sottofondo si odono le voci fuoricampo degli altri alunni, che la scherniscono. Con una scena di pochi secondi Ga-eun immerge lo spettatore nel dolore della protagonista, nel suo celato bisogno di affetto e amicizia. Il mondo degli adulti è lontano: i genitori e gli insegnanti sono ripresi sempre dall’alto e sovente con il volto tagliato, secondo una precisa scelta stilistica che sottolinea la loro parziale comprensione dei drammi sofferti dai giovani protagonisti. Questa distanza non viene colmata nel film, che senza offrire interpretazioni semplici ci dimostra quanta crudeltà e meschinità possano nascere fra i bambini, non risparmiando nessuna fra le protagoniste. Una delicata poetica composta di sguardi e silenzi che si appoggia alla bravure delle interpreti, preparate dalla regista, durante diversi mesi di prove, a recitare seguendo il proprio ritmo e il proprio linguaggio. Un’opera prima di grande impatto, che speriamo possa presto trovare una distribuzione anche in Italia.

Voto: 4,5 su 5

Il trailer

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