Recensione: Animali fantastici e dove trovarli

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Genere: Fantastico

Regia: David Yates

Cast: Eddie Redmayne, Ezra Miller, Colin Farrell, Ron Perlman, Jon Voight, Samantha Morton, Gemma Chan, Katherine Waterston

Durata: 133 min.

Distribuzione: Warner Bros.

 

 

 

Newt Scamander è un giovane mago con una strana valigia color castano. Non appena lo stregone tocca piede nella Grande Mela dopo un lungo viaggio dall’Inghilterra, quello che doveva essere un viaggio in incognito si trasformerà in un percorso tutto ad ostacoli. Già da subito viene catapultato in una realtà totalmente distante culturalmente rispetto a quella del vecchio continente, e non parliamo solo del linguaggio e le terminologie usate (i Babbani negli States vengono definiti Nomag, un nome in codice che strizza l’occhio a Bond e ai suoi agenti sotto copertura), ma anche per la struttura interna del mondo magico. Newt scopre che non è possibile avere contatti con gli estranei al loro sistema, né tantomeno sposarsi con loro; come se non bastasse, non solo Gellert Grindewalt, uno spietato criminale, si trova a piede libero e pronto a colpire da un momento all’altro, ma un’oscura presenza sta mettendo in subbuglio l’intera città, provocando paura e rabbia nei cittadini e decretando una vera e propria caccia alle streghe. Ah, ci siamo dimenticati di dirvi che in quella valigia non ci sono oggetti personali di Newt, ma degli strani animali impazienti di uscire di casa.

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Animali Fantastici e dove trovarli, oltre a essere il primo capitolo dei cinque in programma sull’universo creato da JK Rowling, è anche il titolo del libro di Scamander che lo stesso Harry Potter studierà nei banchi di scuola. Un oggetto di grande valore perché è uno dei primi a spiegare l’a-b-c delle creature fantastiche, oltre a delineare i metodi fondamentali per allevarli e addomesticarli. Il film, in particolare, vuole raccontare come si è arrivati ad avere in mano quel libro attraverso le avventure del giovane mago interpretato da Eddy Redmayne. Facendo un paragone italiano, è come se un film raccontasse le avventure di Gianni Rodari nella stesura de “La grammatica della fantasia”, un libro essenziale per chi voglia intraprendere la carriera di scrittore. Certo, l’autore piemontese è realmente esistito rispetto a un personaggio di pura invenzione. Ma la sostanza è praticamente la stessa. Entrambi cercano di guidarci nei meandri della fantasia e dell’immaginazione, con i suoi segreti e i suoi misteri.

Non a caso, in una delle scene del film in cui Jacob Kowalski, il babbano con il sogno di diventare pasticciere, si trova in quel limbo tra realtà e finzione, ammette a Newt che quello che sta vivendo non può essere un sogno. “Perché non riuscirei a immaginarlo” afferma in quel momento l’operaio, che prima di conoscere il mago era totalmente disilluso dalla sua vita e sottomesso dal suo lavoro, nonostante il suo desiderio di aprire una pasticceria. Tuttavia in quell’istante scopre qualcosa che lo rende finalmente vivo, in grado di garantirgli una prospettiva: la speranza. È proprio grazie a questa e unita alla passione, e non alla rabbia, che si può veramente dare una svolta netta al proprio futuro, un aspetto che emerge con tutta la forza in questo film. Il punto di vista ricade non tanto su Scamander, quanto su quello di Kowalski, perché è lui a vivere, e  con lui anche il pubblico, la rivelazione di un cambiamento possibile alla propria condizione. Ma quello che più ha sorpreso, con la gioia dei più adulti, è l’attualizzazione del racconto mostrato, dove la gente, per soddisfare il proprio rancore, va alla ricerca di un capro espiatorio pur di sentirsi in pace con la coscienza, come nel caso dei Secondi Salemiani. Dall’altro lato, la congregazione dei maghi statunitensi cerca un metodo alternativo di convivenza e di integrazione, processo più lungo e complesso del previsto, viste le leggi ferree che cercano di tutelare la comunità su entrambi i fronti. Oltre alla sostanza, di questo lungometraggio rimane comunque impresso l’aspetto visivo, attraverso una regia di Yates che spiazza, soprattutto nella fase finale, capace di mantenere il fiato sospeso grazie all’uso di sequenze dinamiche e per mezzo del montaggio che mantiene il ritmo costante per tutto il film. Animali Fantastici e dove trovarli è un film inquietante, grazie a una fotografia fredda e spettrale, ma allo stesso tempo folgorante, capace di sorprendere lo spettatore portandolo di nuovo all’età infantile e spensierata. La pozione è servita. Bentornati a casa.

 

Voto: 3,5 su 5

 

Il trailer

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