Recensione: New Trial

Genere: Drammatico

Regia: Kim Tae-yoon

Cast: Jung Woo, Kang Ha-neul, Kim Hae-Sook, Lee Dong-Hwi

Durata: 119 min.

 

 

 

 

 

Joon-Young è un avvocato che tratta casi finanziari. Lo fa per una causa giusta, per motivi morali? No. Per soldi, per i propri clienti, ma soprattutto per se stesso. Ma ultimamente la bilancia giudiziaria non sembra pendere verso di lui. Al contrario, i processi non gli sorridono, perdendo tutte le cause economiche e inimicandosi tutta la gente che stava difendendo. Hyun-Woo è invece un ragazzo estroverso e avverso alle regole, ma diventa improvvisamente testimone chiave di un omicidio mentre viaggiava con il suo motorino in piena notte. Ma c’è un problema: la polizia trova un coltello nel portabagagli, e lo arresta, costringendolo a confessare il delitto. Il giovane sconta ben 10 anni di galera, ma non basta. La condanna comprende anche un risarcimento in denaro, con seri problemi di sussistenza per la sua famiglia. La madre, cieca a causa del diabete in stato avanzato, trova nelle consulenze legali gratuite l’ultima spiaggia per poter ottenere giustizia, e il caso di Hyun-Woo arriva proprio nelle mani dell’avvocato Joon-Young, deciso in tutti i modi a riscattare non solo se stesso, ma anche il giovane dal suo passato. 

Dopo una serie di film dallo stile intrecciato di generi differenti (dalla commedia al dramma esistenziale), New Trial di Kim Tae-yoon si rivolge invece all’inchiesta, raccontando una storia vera non con lo stile del documentario, ma con i toni tipici della finzione. I protagonisti sono inventati, ma il contesto, i rapporti di corruzione e la malagiustizia sono tematiche che si estendono al di fuori della Corea del Sud. Il film ripercorre le vicende dei suoi personaggi scoprendo piano piano gli affari illeciti che riguardano politica, polizia e avvocati dei grandi istituti legali. La parola che ruota attorno a questi intrecci criminali è uno soltanto: i soldi. Conta il guadagno nell’immediato, e questo grazie al potere immenso che questi possiedono. Sono loro che devono far rispettare le regole, ma conoscono i modi di aggirarle, in modo da non incorrere essi stessi a problemi giudiziari. 

È  proprio in questo mondo estremamente incancrenito che il protagonista, Joon-Young, si trova a dover risolvere il caso intrecciato di corruzione e di favoritismi tra istituzioni dove Hyun-Woo non è altro che una pedina casuale, che non doveva essere lì nel momento dell’omicidio. Quello che si viene a formare è dunque una diversa visione della legge: una legge morale, la vita e i suoi valori, essenzialmente (ma non sempre) giusta rispetto ai torti subìti, e una legge amorale, che sembra inizialmente quella più oggettiva, ferma, che non si lascia trasportare dall’etica, ma che è invece soggetta a diverse deformazioni che portano, in esempi come quello riportato da Kim Tae-yoon, ad allontanarsi dalla verità. Ed è proprio in questo ambito che moltissimi riescono ad arricchirsi giocando sulla vita di moltissime persone, ed era così  la vita precedente di Joon-Young, un legale che vedere come pura aspirazione il desiderio di arricchirsi dimenticandosi della difesa dei suoi clienti che affidano a lui i propri problemi. Il regista tuttavia non vede solo ombre nel sistema coreano, ma cerca di trovare la luce nei suoi personaggi più ambigui e indifesi. L’avvocato vede in Hyun-Woo  come il primo passo per riavere fiducia nella sua famiglia, lontana inizialmente dai suoi pensieri perchè concentrato solamente  all’arricchimento economico rispetto a quello sociale. Il ragazzo è invece lasciato solo in balìa dei suoi problemi, che finalmente sono messi in risalto dall’avvocato, che crede nuovamente possibile un’idea di giustizia che non vada incontro a quella corrosiva di vendetta. New Trial mischia il giusto sguardo verso la realtà con il tocco del thriller, ottenendo una suspence crescente con le scoperte graduali nelle indagini dei suoi protagonisti. 

Voto: 3 su 5

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