Recensione: My Uncle

Genere: Commedia

Regia: Yamashita Nobuhiro

Cast: Matsuda Ryuhei

Durata: 110 min

 

 

 

 

My Uncle è una delle commedie più sorprendenti viste al Far East, dove anche quest’anno hanno dominato la sala del Teatro Nuovo di Udine il Giappone e Corea del Sud, nella quantità di film proposti e nella varietà di generi che hanno potuto presentare. Riecheggiando affettuosamente il Mon Oncle di Tati, il regista Yabashita Nobuhiro costruisce una commedia dai tratti surreali, abilissima nella caratterizzazione dei personaggi attraverso efficaci dinamiche oppositive nella recitazione, meccanismo riuscito in particolare nella coppia zio nipote. Il giovane Yukio come tema per la scuola decide di realizzare un resoconto della vita che conduce lo zio, ospite indesiderato in casa del fratello, insegnante di filosofia part-time squattrinato alla continua ricerca di espedienti per poter rimanere vicino ai propri parenti, da cui viene accudito con pazienza. La prima parte del lungometraggio, narrata dal giovane Yukio, è quella comicamente più coinvolgente, nella descrizione dei sorprendenti meccanismi con cui sbarca il lunario il filosofo precario, raccattando lattine dagli avventori di un parco o depredando il gatto del suo pasto. Questa prima parte evidenzia una struttura visiva che può non brillare per originalità nella compostezza della composizione e nella strutturazione delle geometrie scenografiche, ma la sua efficacia si sostanzia nella sua struttura sincopata, con la quale organizza il meccanismo narrativo, ponendo in rapida sequenza scene narrativamente scollegate mediante stacchi a tendina accompagnati da effetti sonori, che rimandano ad una matrice teatrale, in cui l’improvvisazione si fonde con la progressione della commedia.

 

 My Uncle è una commedia pensata per il grande pubblico, e il suo inserimento all’interno del festival friulano non sorprende, vista l’attenzione privilegiata per il cinema di genere e la produzioni lontane dal panorama indipendente, che non trovano spazio nelle altre kermesse e nemmeno nelle nostre sale, rispetto al cinema d’autore, dall’afflato più indipendente (proprio la Tucker film da fine maggio distribuirà l’ultimo film di Kore’eda Hirokazu, Ritratto di famiglia con tempesta).

Nella seconda parte del film la freschezza e il ritmo iniziale si affievoliscono, diventando eccessivamente ripetitivi nella gestione delle dinamiche interattive del personaggio con l’universo circostante. Quando l’azione si sposta alle Hawaii, dove zio e nipote seguono la bella Eri, la comicità stralunata di Yamashita si fonde con il dramma, accompagnando lo spettatore nel finale. Una commedia come My Uncle è sicuramente un esempio, in particolare per il cinema italiano contemporaneo, nel riuscire a comunicare con più generazioni realizzando un film che non esce dai binari delle logiche commerciali, anche nella scelta degli attori, ma che riesce comunque ad imporsi per originalità e ritmo narrativo.

Il Trailer:

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