Recensione: Giovane e bella (Jeune et jolie)

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Genere: Drammatico

Regia: François Ozon

Cast: Marine Vacth, Geraldine Pailhas, Frédéric Pierrot, Fantin Ravat, Charlotte Rampling

Durata: 94 minuti

Distribuzione: BIM

Dopo “Nella casaOzon torna al lavoro con una nuova pellicola che indaga i meandri psicologici dell’adolescenza, ma con un taglio più provocatorio. Isabelle, ragazza 17enne, cresciuta in una famiglia benestante, dopo un fugace ed insoddisfacente primo rapporto sessuale durante l’estate, torna a Parigi e, da studentessa qual è, decide di condurre una doppia vita assumendo il nome di Lea, squillo d’alto bordo dal tariffario elevato. Isabelle ha il volto di Marine Vacth, modella 22enne francese lanciata nel cinema dal cineasta parigino; Isabelle rappresenta per certi versi l’archetipo dell’adolescente, giovane, insicura, in cerca di attenzioni e di valorizzazione ma per certi altri punti di vista se ne discosta totalmente. Isabelle si prostituisce per il proprio piacere, frequentando uomini più grandi, a volte, molto più grandi, ignorando completamente la sfera affettiva che le è più prossima: i suoi coetanei, le sue amiche, la sua famiglia. Isabelle è completamente avulsa dalla realtà che la circonda, innalza un muro per evitare che chiunque possa lanciare uno sguardo aldilà della normale e tranquilla ragazza che dà l’impressione di essere. La prostituzione diventa come un sostitutivo a ciò che dovrebbe essere la vita di una “adolescente media”, riservando anche amare sorprese. Ozon usa la macchina da presa come se fosse uno scandaglio che si addentra nell’esistenza e nella mente di Isabelle. Di grande impatto le inquadrature e i giochi di rimandi narrativi della sua giornata tipo, quando fattosi tardo pomeriggio imbocca la metro e si dirige negli alberghi dai suoi clienti. Diversi vestiti, trucco provocante, atteggiamento da adulta. Ozon ci propone la Scelta senza esprimere giudizi di alcun tipo e senza dare risposte sul perché e sul futuro. Netta però la critica verso la classe borghese e sul modello educativo in voga presso alcune famiglie; emblematica la frase della madre “Non capisco dove ho sbagliato, ha sempre avuto tutto” manifesto di come le figure genitoriali abbiano scambiato il vuoto di senso e di affetto con la mancanza di denaro e di lusso. Film strutturato in quattro stagioni che scandiscono altrettanti momenti e svolte della storia. A tratti il regista inserisce alcune battute, che danno una venatura ironica e quasi paradossale alla narrazione. Ozon si conferma un cineasta di talento ed il prodotto, pur non indimenticabile, rappresenta un film interessante, che dà spunti di riflessione e di discussione.

Voto: 3,5 su 5

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