Netflix: i film da non perdere (Vol.12)

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Un anno è gia passato, e Netflix non sembra fermarsi qui, con film e serie tv di altissima qualità (da Narcos, Orange is the new Black, la nuova uscita Black Mirror e tutto l’universo Marvel come Jessica Jones, Daredevil e Luke Cage). In più l’accordo con la Disney ha decisamente influito anche nel nostro paese (nonostante i tanti dubbi sulla estensione della stretta di mano milionaria tra i due colossi oltre il suolo statunitense, con buona pace del Vecchio Continente). Invece tante sorprese e infiniti prodotti multimediali sono disponibili nel catalogo italiano, avvicinandosi alla soglia dei 2000 contenuti in un solo anno. Insomma, Netflix ha passato l’esame a pieni voti, e, dal nostro punto di vista, continuerà a migliorare sempre di più, con le produzioni originali a fare da padrona per gli anni avvenire.

Visto che siamo in clima Halloween, Netflix ci ha fatto un bel regalo: I Am The Pretty Thing That Lives in The House è l’horror perfetto per la notte delle streghe. La protagonista è Ruth Wilson, che nei panni di Lily, una giovane infermiera, vive da tempo nella dimora di una scrittrice di fama. L’autrice tuttavia la chiama con un nome diverso, Polly, la protagonista di un suo celebre romanzo. La ragazza, leggendo il libro, si ritrova a vivere l’angosciante vicenda di una giovane donna assassinata, e con questa scoperta la casa assume una nuova impronta, più misteriosa e inquietante.

E ora, la nostra top 5

Easy Rider (*****)

Easy Rider di Dennis Hopper è il capostipite della Nuova Hollywood, uno dei movimenti artistici che ha decretato la rinascita del cinema americano. Il film è un cult imperdibile per molteplici ragioni. Rappresenta un road movie che racconta con realismo le illusioni dell’ideologia statunitense dominante, che vedeva il self made man come colonna portante della società americana. Siamo nel periodo di completa evasione della generazione hippy, del contrasto contro le scelte politiche del Governo sul Vietnam e contro la rigidità della generazione precedente, raffigurato nella prima sequenza del film con all’interno la canzone che simboleggia più di ogni altra cosa la ribellione, Born to Be Wild degli Steppenwol. Inoltre il tema del viaggio, verso una meta indefinita, rappresenta una delle cartoline più suggestive, dove i paesaggi emergono con tutto il loro fascino. In più, il cast vede attori del calibro di Peter Fonda, Dennis Hopper e Jack Nicholson. Da non perdere

Io non sono qui (*** 1/2)

Io non sono qui è il film di Todd Haynes che ripercorre la carriera di Bob Dylan in sette momenti chiave della sua vita da musicista. La pellicola vede l’autore impersonato da sei attori diversi, Cate Blanchett, Heath Ledger, Christian Bale, Richard Gere, Marcus Carl Franklin e Ben Whishaw. Un modo diverso, ma sicuramente innovativo, originale, nel mostrare gli alti e i bassi che hnnoa portato Dylan a essere uno dei cantautori più importanti della musica contemporanea, dagli inizi con il genere folk, che gli portò il successo negli anni ’60, a quello rock, con notevoli critiche di milioni di fan che videro quella scelta come un tradimento. Un’occasione di riscoprire questo grandissimo autore anche alla luce del conferimento del Nobel per la Letteratura.

Mediterraneo (***)

Oscar nel 1992 come miglior film straniero, Mediterraneo di Gabriele Salvatores illustra la storia di otto militari italiani che sbarcano su una piccola isola della Grecia, con lo scopo di occupare il paese e servirsene come punto strategico per la guerra in corso. Alcuni eventi imprevisti renderanno il loro presidio tutt’altro che rischioso. Prima la rottura della radio per trasmettere alla truppa italiana, e poi l’improvvisa comparsa della popolazione locale, gli otto protagonisti vengono a contatto con una cultura differente e per nulla ostile. Salvatore affresca la guerra in chiave leggera, per certi versi sarcastica, mostrando dei personaggi fuori contesto, essendo totalmente lontani dall’essere dei soldati modello.

5 giorni fuori (*** 1/2)

Un film indie che l’America spesso ci regala è 5 giorni fuori, pellicola di  Ryan Fleck e Anna Boden, adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore statunitense Ned Vizzini. Il filo rosso che collega questo tipo di opera è il racconto del nostro tempo in una chiama estremamente leggera e spensierata. Protagonista di questo film è Craig, un ragazzo in procinto di diplomarsi e, quindi, sulla soglia del primo vero traguardo della sua vita: l’iscrizione all’università. Le pressioni dei genitori su quello che deve fare da grande lo “spinge” verso una decisione estrema. Prima tenta il suicidio, ma pensando alle conseguenze e  ai “problemi esistenziali” che questo può provocare ai genitori dal forte ego, decide di entrare nel reparto psichiatrico dell’ospedale. Lì incontra persone eccentriche, singolari, ma sicuramente più valide rispetto a quelle che ha conosciuto fino ad ora e che, con le loro esperienze, cambieranno il suo modo di vedere la vita.

Edge of tomorrow (***)

“Vivi, muori, ripeti”. Queste sarebbero le tre parole adatte per riassumere questo film. Edge of Tomorrow è l’ultimo lavoro del regista Doug Liman (The Bourne Identity), che prende spunto dalla light novel giapponese All you need is kill. Il protagonista della storia è il maggiore William Cage (Tom Cruise), addetto alle relazioni internazionali e all’ufficio stampa dell’esercito, in viaggio verso Londra per incontrare il Generale Brigham e informarlo nei dettagli sullo sbarco dei soldati nel nord della Francia e sulle ultime armature da usare per sconfiggere i Mimics, razza aliena comparsa sulla Terra. Dopo vari tentativi falliti, questi esoscheletri sembrano essere l’ultima possibilità per sconfiggere questi mostri, in grado tra l’altro di anticipare le mosse dell’avversario senza alcuna difficoltà. (la recensione)

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